16. Settanta volte sette
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Mt. 18
21 Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?".
22 E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
23 A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi.
24 Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti.
25 Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito.
26 Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa.
27 Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito.
28 Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi!
29 Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito.
30 Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
31 Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
32 Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato.
33 Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?
34 E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.
35 Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello".
22 E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
23 A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi.
24 Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti.
25 Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito.
26 Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa.
27 Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito.
28 Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi!
29 Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito.
30 Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
31 Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
32 Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato.
33 Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?
34 E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.
35 Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello".
Pietro ricorda quello che il Signore aveva detto e che l’evangelista Luca (Lc 17, 3-4) ci ha tramandato: “ State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai" e poiché pensa che, se pur il sette sia un numero simbolico e indichi la perfezione, in buona fede non si debba perdonare oltre le sette volte e ne chiede conferma al Signore.
La risposta del Signore rompe tutti simbolismi e, con un gioco di parole sul numero sette, fa capire a Pietro che al perdono non ci sono limiti quantitativi e il perdono è la sola risposta adatta a ogni volta che un fratello pecca contro di noi.
La stessa cosa infatti la fa Dio con noi.
Quindi ad ogni offesa la sola risposta cristiana possibile è il perdono.
Gesù sapeva bene che questa sua dichiarazione non avrebbe avuto facilmente accoglienza in Pietro (il futuro primo Papa e fondamento della Chiesa), per questo subito prosegue con la parabola del servo spietato, chiarendo la generosità con cui Dio ci perdona e far capire che anche noi siamo chiamati ad avere la stessa generosità senza limiti.
Dio non ama i numeri, perché indicano sempre un limite, mentre il suo amore non ha alcun limite.
Quante volte nella nostra vita abbiamo avuto bisogno del perdono di Dio? Se Dio avesse fissato un limite alle volte in cui ci sarebbe stato possibile chiedere perdono, una volta raggiunto quel limite come avremmo fatto?
Se perdonare ci causa un tormento interiore, ci è difficile, interroghiamoci sulla nostra vita cristiana.