36. Se uno dicesse a questo monte - Zona Pastorale Borgo Panigale e Lungo Reno | Arcidiocesi di Bologna

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36. Se uno dicesse a questo monte

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Mc 11
23 In verità vi dico: “Chi dicesse a questo monte, lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato”.

Mt 17
20b In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile.
Spesso nei vangeli Gesù ricorda la necessità di aver fede, cioè di avere con il Padre quel rapporto sereno e fiducioso che permette di chiedergli ogni cosa, anche la più “impossibile”.
Basti ricordare le parole che Gesù disse a Giairo quando a questo padre afflitto fu detto di non importunare più il maestro tanto la figlia era già morta: “Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata” (Lc 8, 50).
Dunque la fede può essere usata anche contro l’evidenza più assoluta, ricordando le parole dell’Arcangelo Gabriele a Maria: “Nulla è impossibile a Dio!” (Lc 1, 37).
Ma perché il Signore ci indica come esempio di chiedere lo spostamento di una montagna, addirittura perché essa vada a gettarsi in mare?
Sarebbe una bizzarria pretender di usare la fede, che veramente può tutto, per ottenere un prodigio inutile e insensato, anche la montagna più grande non riempirebbe il mare.
La fede può dominare tutta la realtà di questo mondo e della nostra vita, ma non deve essere usata come un gioco o come un modo di ottenere quello che ci sembra soggettivamente necessario.
Con questa immagine iperbolica Gesù ci invita a stimolare la nostra fede, perché la fede stimola l’onnipotenza di Dio e ,inoltre, Gesù sa benissimo che nel cuore dell’uomo la fede è sempre scarsa, quindi dev’essere sempre stimolata ad accrescersi.
Dio non ha voluto che ci sia un automatismo tra la fede e il miracolo o, comunque, con l’ottenimento di quanto speriamo e gli chiediamo.
La fede non serve per avere da Dio quello che ci sembra opportuno, ma ci serve per accettare il progetto di Dio sulla nostra vita, anche in ciò che a noi appare da modificare o da togliere.   
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