41. Il giogo leggero - Zona Pastorale Borgo Panigale e Lungo Reno | Arcidiocesi di Bologna

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41. Il giogo leggero

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Mt 11

28 Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".

Seguire la logica di questo brano di vangelo non è semplice e immediato.
Per ristorare i suoi discepoli, che Gesù stesso riconosce siano già affaticati e oppressi, occorre che essi prendano su di sé qualcosa in più, il “suo giogo”, che per quanto “leggero” è comunque qualcosa in più che si aggiunge a quanto già affatica e opprime.
Che cosa affaticava e opprimeva tutti nel corso della vita al tempo di Gesù?
La fatica maggiore che riguardava tutti gli ebrei era lo sforzo di applicare integralmente la Legge, cioè i 613 suoi precetti (365 proibizioni e 248 obblighi), ed era uno sforzo opprimente, perché era quasi impossibile soddisfarli sempre tutti e si restava così nell’umiliazione e nello sconforto. Oggi diremmo che questa fatica è la difficoltà di vivere in piena moralità, condizione che nessuna persona è il grado di assolvere.

Gesù aggiunge un “giogo” a questo carico pesante.
Il giogo è quell’attrezzo che permette all’animale di lavorare, di esprimere la sua forza che altrimenti non potrebbe essere utilizzata.

Il “giogo” di Gesù è il suo amore per la creatura umana, ci guarda tutti attraverso la sua mitezza e la sua umiltà, si mette come ultimo tra gli ultimi, non ci giudica negativamente, ci ama tutti trasmettendoci l’amore con cui il Padre ci ama, cioè ci trasmette lo Spirito Santo.
Essendo consapevoli di ciò, allora possiamo comprendere che la “legge dell’amore” alla quale siamo sottoposti in Cristo, non è un fardello, non è un peso da portare in più, anzi è come un paio di ali che sollevano. L’amore infatti è la forza interiore divina che ci è donata, è lo stesso Spirito di Dio che dice tutta la verità e ci dona la forza di viverla.  

Solo sull’amore che dona pace all’anima, perché rivela la paternità di Dio, possiamo impostare la nostra vita cristiana cercando di imitarlo. Dio non esige da noi una prestazione, ma ci accompagna nello sforzo di amare il prossimo, amandoci fedelmente in ogni momento, anche nelle difficoltà materiali e spirituali.
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