46. La mano all'aratro - Zona Pastorale Borgo Panigale e Lungo Reno | Arcidiocesi di Bologna

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46. La mano all'aratro

La zona pastorale > Ambito catechesi
Lc 9

61 Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa".
62 Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio".

Quando si ascolta questo brano di vangelo si pensa spontaneamente che sia un avviso che il Signore dà a chi si incammina verso il sacerdozio o verso qualche ordine di frati o di suore, un avviso che suona più o meno come: “Ricordati che stai prendendo una scelta importante che richiederà molta determinazione e tenacia”.

Pensare così non è sbagliato, in effetti non è infrequente che queste persone incontrino ostacoli sulla nella loro scelta a volte soprattutto nella cerchia dei loro affetti familiari.

Però questo ammonimento ha un valore più generale, ogni cristiano, ognuno di noi, ha il dovere di anteporre ad ogni altro il dovere della testimonianza cristiana, cioè l’espressione franca e ferma dei contenuti della nostra fede. Un dovere che non dipende dal fatto se esercitarlo costa o meno sul piano umano o delle relazioni interpersonali.

La luce di Cristo arriverà ad illuminare il mondo se noi la teniamo accesa nelle nostre vite e ben visibile a tutti, è il nostro primo compito di cristiani.

Riflettiamo su fatto che nelle recenti elezioni il presunto diritto all’aborto, che in realtà è un atto contrario al quinto comandamento, oltre ad essere un atto che colpisce un innocente che non si può difendere e quindi è contro ogni legge del diritto umano, è stato invece presentato da quasi tutti i partiti come una conquista sociale da difendere.
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