47. Di ogni parola inutile
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Mt 12
36 Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio;
37 poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato".
S’intuisce subito, se ascoltiamo le nostre conversazioni, che questa parola di Gesù non viene presa troppo sul serio.
Certo si esagera senz’altro nel parlare, ma non è che anche Gesù con questa sentenza ha un po’ esagerato?
Tolti i monaci del deserto e gli eremiti, che non parlavano perché erano da soli, si può essere sicuri che i santi di parole inutili ne hanno dette molte.
Di un solo santo si sa che parlava davvero pochissimo, è il beato Pietro da Siena che faceva il commerciante e si limitava a dire solo il prezzo degli oggetti che vendeva, dei pettini, e nulla di più.
Prima di convincerci che Gesù ha esagerato, cerchiamo di capire bene.
Le parole infondate sono quelle “senza importanza”, “vuote”, “senza alcun fondamento”. Lo stesso aggettivo del testo greco “argon” è usato per definire gli operai che non fanno nulla sulla piazza e attendono passivamente un lavoro in Mt 20, 3.6 queste parole quindi non sono le chiacchere, ma sono quelle che dimostrano che abbiamo il cuore vuoto, che abbiamo il cuore arido, venato perfino anche di cattiveria.
Su queste parole che rivelano la natura del nostro cuore verremo giudicati, quindi non tanto per quel che abbiamo detto ma per quel che abbiamo fatto, perché le parole mostrano la dirittura o l’inconsistenza della nostra condotta morale; particolarmente gravi sono le parole calunniose.
Allora i semplici chiacchieroni possono stare tranquilli? Non del tutto, perché l’eccesso di parole non è una virtù e la verbosità conduce ad errori imprevedibili e a volte anche arreca danni.
Quindi siano vigilanti, ma non per questo saranno condannati.